The Universal House of Justice
Ridván 2010
To the Bahá’ís of the World
Dearly loved Friends,
con il cuore colmo di ammirazione per i seguaci di Bahá’u’lláh, siamo compiaciuti di annunciare che, all’inizio di questo gioioso periodo di Riḍván, in ogni continente del globo ci sono programmi intensivi di crescita in atto e che il numero totale di questi programmi nel mondo è oltre 1500. La meta del Piano quinquennale è stata conseguita un anno prima della fine del Piano. Chiniamo la testa con gratitudine davanti a Dio per questa stupefacente conquista, questa cospicua vittoria. Tutti coloro che hanno lavorato sul campo apprezzeranno il dono che Egli ha fatto alla Sua comunità concedendole un anno intero per rafforzare il modello di espansione e consolidamento che è stato ora stabilito dappertutto, in attesa dei compiti che essa sarà chiamata a svolgere nella sua prossima impresa globale, un piano quinquennale, il quinto di una serie di piani esplicitamente intesi per lo scopo di promuovere il processo dell’entrata in truppe.
Mentre facciamo una pausa in questa occasione festiva, ci sentiamo spinti a chiarire che ciò che suscita un così profondo sentimento di orgoglio e gratitudine non è tanto il pur ragguardevole dato numerico che avete conseguito, ma una combinazione di sviluppi nel più profondo livello della cultura che questo risultato attesta. Il primo fra loro è la crescita che abbiamo osservato nella capacità degli amici di conversare con gli altri sui temi dello spirito e di parlare con facilità della Persona di Bahá’u’lláh e della Sua Rivelazione. Essi hanno capito bene che l’insegnamento è un requisito fondamentale di una vita di generosa oblazione.
In recenti messaggi abbiamo espresso la nostra gioia nel vedere l’incessante accelerazione del ritmo dell’insegnamento in tutto il globo. L’adempimento di questo fondamentale obbligo spirituale da parte del singolo credente è sempre stato e continua ad essere un elemento indispensabile della vita bahá’í. Quello che il conseguimento di 1500 programmi intensivi di crescita ha evidenziato è quanto coraggiose e decise sono divenute le file dei credenti nell’uscire dalla ristretta cerchia dei membri della famiglia e degli amici, pronte a lasciarsi condurre dalla guida della Mano del Misericordiosissimo verso le anime recettive ovunque esse si trovino. Le stime più modeste indicano che oggi coloro che partecipano a campagne periodiche per stringere legami di amicizia, basati su idee condivise, con persone fino a quel momento ritenute estranee sono decine di migliaia.
Nei loro sforzi per presentare gli elementi essenziali della Fede in modo semplice e inequivocabile, i credenti hanno tratto grande beneficio dagli esempi illustrativi del Libro 6 dell’Istituto Ruhi. Quando si comprende la sua logica e si vince l’impulso a trasformarla in Ai bahá’í del mondo una formula, quella presentazione dà origine a una conversazione fra due anime, una conversazione caratterizzata dalla profondità della comprensione conseguita e dalla natura del rapporto instaurato. Se la conversazione prosegue al di là del primo incontro e nasce una vera amicizia, uno sforzo di insegnamento diretto di questo tipo può diventare il catalizzatore di un durevole processo di trasformazione spirituale. Che questo primo contatto con i nuovi amici appena trovati sfoci in un invito ad arruolarsi nella comunità bahá’í o a partecipare a una delle sue attività non è di primaria importanza. L’importante è che ogni anima si senta la benvenuta se vuole unirsi alla comunità per contribuire al miglioramento della società, intraprendendo una strada di servizio all’umanità, nel cui percorso, all’inizio o più tardi, può verificarsi un arruolamento formale.
Non si sottovaluti il significato di questo sviluppo. Una volta creato il modello per l’azione, ogni area deve preoccuparsi di ampliarlo mediante una rete di collaboratori e conoscenti, mentre nello stesso tempo concentra le proprie energie su più piccole cerchie della popolazione, ciascuna delle quali deve diventare un centro di intense attività. Nelle aree urbane, questo centro di attività potrebbe essere meglio definito dai confini di un vicinato. Nelle aree principalmente rurali, un piccolo villaggio potrebbe offrire lo spazio sociale adatto a questo scopo. Le persone che servono in questi ambienti, siano esse abitanti del luogo o insegnanti in visita, possono a buon diritto considerare il proprio lavoro in termini di costruzione di una comunità. Assegnare al loro lavoro di insegnamento etichette come «porta a porta», anche se il primo contatto talvolta comporta una visita agli inquilini di una casa senza alcuna previa notifica, non renderebbe giustizia a un processo che cerca di costruire in una popolazione la capacità di prendersi cura del proprio sviluppo spirituale, sociale e intellettuale. Può darsi che il mantenimento delle attività che muovono questo processo, e che i nuovi amici sono invitati a volgere – incontri che rafforzano il carattere devozionale della comunità, classi che nutrono i teneri cuori e le fresche menti dei bambini, gruppi che indirizzano le sboccianti energie dei giovanissimi, circoli di studio aperti a tutti, che permettono a persone delle più svariate provenienze di progredire di pari passo e di esplorare l’applicazione degli insegnamenti alla propria vita personale e collettiva – abbia bisogno per qualche tempo di un’assistenza esterna alla popolazione locale. Ma ci si deve aspettare che la moltiplicazione di queste attività fondamentali possa essere presto sostenuta da risorse umane locali, del vicinato o del villaggio, da uomini e donne ansiosi di migliorare le condizioni materiali e spirituali del proprio ambiente. Dovrà così a poco a poco emergere un ritmo di vita comunitaria commisurato alla capacità di un sempre più nutrito nucleo di persone devote alla visione di un nuovo Ordine mondiale offerta da Bahá’u’lláh.
In questo contesto, la recettività si manifesta nella disponibilità a partecipare al processo della costruzione della comunità messo in moto dalle attività fondamentali. Nelle varie aree nelle quali è ora in atto un programma intensivo di crescita, il compito che si presenta agli amici per quest’anno è di insegnare nell’ambito di una o più popolazioni recettive, impiegando nell’esposizione delle verità fondamentali della Fede il metodo diretto, e di trovare le anime che desiderano uscire dal letargo imposto loro dalla società e lavorare l’una accanto all’altra nel proprio vicinato o nel proprio villaggio per avviare un processo di trasformazione collettiva. Se gli amici persistono nello sforzo di apprendere modi e metodi Ai bahá’í del mondo per così costruire la comunità in piccoli contesti, la tanto desiderata meta della partecipazione universale agli affari della Fede diverrà, ne siamo certi, assai più vicina al conseguimento.
Per rispondere a questa sfida, i credenti e le istituzioni che li servono dovranno rafforzare il processo dell’istituto nell’area, aumentando in modo significativo entro i suoi confini il numero delle persone capaci di fare i facilitatori dei circoli di studio. Si deve infatti riconoscere che l’opportunità che ora si offre agli amici di favorire nei vicinati e nei vi llaggi una vibrante vita comunitaria caratterizzata da un forte senso di scopo è stata resa possibile solo dai cruciali sviluppi che si sono verificati nell’ultimo decennio in quell’aspetto della cultura bahá’í che riguarda l’approfondimento.
Quando nel dicembre del 1995 abbiamo chiesto la fondazione degli istituti di formazione in tutto il mondo, il modello prevalente nella comunità bahá’í per aiutare i credenti ad approfondire la propria conoscenza della Fede consisteva principalmente in corsi e classi occasionali, di varia durata, che trattavano una grande varietà di temi. Quel modello aveva soddisfatto le esigenze di un’emergente comunità mondiale bahá’í, ancora relativamente piccola e preoccupata principalmente della propria diffusione geografica in tutto globo. In quella circostanza abbiamo chiarito che, se si voleva imprimere una sensibile accelerazione al processo dell’entrata in truppe, si sarebbe dovuto sviluppare un altro approccio allo studio degli scritti, un approccio che spronasse grandi numeri di credenti a entrare nel campo dell’azione. A questo proposito, abbiamo chiesto che gli istituti di formazione aiutassero crescenti contingenti di credenti a servire la Causa mettendo a loro disposizione corsi che impartissero le conoscenze, le idee e le capacità necessarie per svolgere i numerosi compiti associati a un’espansione e a un consolidamento accelerati .
La lettura degli scritti della Fede e lo sforzo di conseguire una più adeguata comprensione del significato della straordinaria Rivelazione di Bahá’u’lláh sono obblighi ingiunti a ciascuno dei Suoi seguaci. Tutti sono sollecitati a immergersi nell’oceano della Sua Rivelazione e a raccogliere le perle di saggezza che vi si trovano, commisuratamente alle proprie capacità e alle proprie inclinazioni. In questa luce, è naturale che le classi di approfondimento locali, le scuole invernali ed estive e gli incontri appositamente organizzati durante i quali alcuni credenti approfonditi negli scritti trasmettono agli altri le proprie idee su temi specifici siano divenuti importanti elementi della vita bahá’í. Come l’abitudine della lettura quotidiana continuerà ad essere una parte integrante dell’identità bahá’í, così anche queste forme di studio continueranno ad avere un posto nella vita collettiva della comunità. Ma la comprensione delle implicazioni della Rivelazione, in termini tanto di crescita personale quanto di progresso sociale, aumenta molto quando lo studio e il servizio si congiungono e vanno di pari passo. È proprio sul campo del servizio che la conoscenza è messa alla prova, che le domande scaturiscono dalla pratica e che si conseguono nuovi livelli di comprensione. Nel sistema di educazione a distanza che è stato ora creato nei vari paesi l’uno dopo l’altro, fra i cui principali elementi vi sono i circoli di studio, i facilitatori e i curriculum dell’Istituto Ruhi, la comunità mondiale bahá’í ha acquisito la capacità di permette a migliaia, anzi a milioni di persone di studiare gli scritti in piccoli gruppi con lo scopo esplicito di tradurre gli insegnamenti bahá’í in realtà, portando il lavoro della Fede al suo stadio successivo: espansione e consolidamento su larga scala e sostenuti. Ai bahá’í del mondo
Nessuno sottovaluti le possibilità che si sono così create. Oggi le forze della società favoriscono la passività. Esse alimentano, sin dall’infanzia e con efficienza sempre maggiore, il desiderio di essere accuditi, allevando una generazione disposta a lasciarsi guidare da chiunque sia capace di fare appello alle più superficiali emozioni. Molti sistemi educativi trattano gli studenti come se fossero recipienti destinati a ricevere informazioni. Che il mondo bahá’í sia riuscito a sviluppare una cultura che promuove un modo di pensare, studiare e agire, nel quale tutti sentono di percorrere una comune strada di servizio, sostenendosi vicendevolmente e progredendo assieme, rispettosi del sapere che ciascuno ha in quel momento ed evitando la tendenza a dividere i credenti in categorie come approfonditi e disinformati, è un risultato di enormi proporzioni. E questo alimenta la dinamica di un movimento inarrestabile.
Ciò che è imperativo è che il prossimo anno la qualità del processo educativo promosso a livello dei circoli di studio migliori notevolmente così che la capacità potenziale delle popolazioni locali di creare questa dinamica possa realizzarsi. Sotto questo aspetto molto dipenderà da coloro che servono come facilitatori . Sarà loro la sfida di offrire l’ambiente che i corsi dell’istituto prevedono, un ambiente che porti alla valorizzazione spirituale delle persone, che arriveranno così a vedere se stesse come agenti attivi del proprio apprendimento, come protagonisti di un costante sforzo di applicare la conoscenza alla promozione della trasformazione personale e collettiva. Se non si otterrà tutto questo, per quanti circoli di studi si possano formare in un’area, la forza necessaria a smuovere il cambiamento non si produrrà.
Se il lavoro dei facilitatori deve raggiungere un livello di eccellenza sempre più alto, si deve ricordare che la responsabilità primaria dello sviluppo delle risorse umane di una regione ricade sull’istituto di formazione. Mentre si sforza di aumentare il numero dei partecipanti, la struttura dell’istituto, dal direttivo, ai coordinatori ai vari livelli, fino ai facilitatori alla base, deve attribuire altrettanta importanza all’efficienza dell’intero sistema, perché in ultima analisi i risultati quantitativi sostenuti dipendono dal progresso qualitativo. A livello dell’area, il coordinatore deve infondere esperienza pratica e dinamismo nei propri sforzi per accompagnare coloro che serve in qualità di facilitatore. Il facilitatore deve organizzare incontri periodici perché coloro che egli serve possano riflettere sui propri sforzi. A volte è utile che egli organizzi eventi per ripetere lo studio di parti scelte dal materiale dell’istituto, purché ciò non inculchi l’idea della necessità di una formazione perpetua. Le capacità dei facilitatori si sviluppano progressivamente mentre essi entrano nel campo dell’azione e aiutano gli altri a contribuire alla meta della presente serie di Piani globali, attraverso lo studio della sequenza dei corsi e l’applicazione della loro componente pratica. E mentre uomini e donne di età diversa si muovono lungo la sequenza e completano lo studio dei vari corsi con l’aiuto di un facilitatore, altri devono tenersi pronti ad accompagnarli negli atti di servizio che essi compiono secondo le loro forze e i loro interessi, in particolare i coordinatori responsabili delle classi dei bambini, dei gruppi dei giovanissimi e dei circoli di studio, atti di servizio cruciali per il mantenimento del sistema. Assicurare che una giusta dose di vitalità pulsi attraverso questo sistema dovrà continuare a essere oggetto di un intenso apprendimento in ogni paese nei prossimi dodici mesi.
La cura dell’educazione spirituale dei bambini è sempre stata un elemento della cultura della comunità bahá’í. Questa cura ha prodotto due realtà coesistenti. La prima, a emulazione delle conquiste dei bahá’í dell’Iran, era caratterizzata dalla capacità di offrire ai bambini delle famiglie bahá’í classi sistematiche, da un grado all’altro, in genere con lo scopo di impartire alle generazioni emergenti una conoscenza basilare della storia e degli insegnamenti della Fede. Nella maggior parte del mondo, il numero di coloro che hanno beneficiato di queste classi è stato relativamente esiguo. L’altra realtà è emersa in aree, urbane e rurali, nelle quali si sono avuti arruolamenti su larga scala. In questa esperienza prevaleva un atteggiamento più inclusivo. Sebbene bambini provenienti da famiglie di ogni genere fossero desiderosi di partecipare alle classi bahá’í e vi fossero accolti di buon grado, tuttavia vari fattori impedivano che le lezioni fossero condotte con la necessaria regolarità anno dopo anno. Siamo lieti di vedere che questa dualità, conseguenza di circostanze storiche, sta incominciando a scomparire via via che gli amici formati dappertutto dagli istituti si sforzano di offrire sistematicamente classi aperte a tutti.
Questi inizi così promettenti devono ora essere energicamente proseguiti. In ogni area nella quale sia in atto un programma intensivo di crescita, ci si deve sforzare di rendere ancora più sistematica l’offerta di educazione spirituale a crescenti numeri di bambini di famiglie di svariate provenienze, un requisito del processo di costruzione del la comunità che va accelerando nei vicinati e nei villaggi. È un compito impegnativo, che richiede pazienza e collaborazione tanto ai genitori quanto alle istituzioni. È già stato chiesto all’Istituto Ruhi di accelerare i piani per completare i suoi corsi di formazione per gli insegnanti delle classi dei bambini a differenti livelli, comprese le corrispondenti lezioni, a partire dai ragazzini di 5 o 6 anni fino a quelli di 10 o 11, per coprire l’attuale gap fra le lezioni esistenti e i suoi libri di testo per i giovanissimi come Spirito di fede e l’imminente Potere dello Spirito Santo, che infondono una componente tipicamente bahá’í nel programma per quel gruppo di età. Quando questi corsi e queste lezioni addizionali saranno disponibili, gli istituti di tutti i paesi saranno in grado di preparare gli insegnanti e i coordinatori necessari per fornire, nei vari gradi, gli elementi fondamentali di un programma per l’educazione spirituale dei bambini, attorno al quale si potranno poi organizzare elementi secondari . Nel frattempo, gli istituti devono fare del loro meglio per fornire agli insegnanti il materiale adatto da utilizzare nelle classi con i bambini di varie età, a seconda delle necessità, utilizzando ciò che già esiste.
Il Centro Internazionale di Insegnamento ha meritato la nostra eterna gratitudine per l’impulso vitale che ha impartito agli sforzi per assicurare il rapido conseguimento della meta del Piano quinquennale. Nel vedere la misura di energia che esso ha impresso in questa impresa mondiale, seguendo con tanta tenacia il progresso in ogni continente e collaborando così strettamente con i Consiglieri continentali, si coglie un segno dell’enorme potere insito nell’Ordine amministrativo. Il Centro di Insegnamento, che ora sta rivolgendo con altrettanto vigore la propria attenzione a questioni relative all’efficacia delle attività nelle aree, presterà indubbiamente una considerazione speciale alla realizzazione delle classi bahá’í per i bambini. Confidiamo che la sua analisi dell’esperienza che sarà fatta il prossimo anno in alcune aree selezionate, rappresentanti di diverse realtà sociali, faccia luce su temi pratici che permettano di istituire nei vicinati e nei villaggi classi regolari, per bambini di ogni età.
La rapida diffusione del programma per la valorizzazione spirituale dei giovanissimi è un’altra espressione del progresso culturale della comunità bahá’í. Mentre le tendenze globali trasmettono l’idea che questo gruppo è problematico, perduto nei travagli di un tumultuoso cambiamento fisico ed emotivo, insensibile al mondo e assorbito in se stesso, la comunità bahá’í, nel linguaggio che usa e nell’approccio che adotta, sta muovendo decisamente nella direzione opposta e vede nei giovanissimi altruismo, un acuto senso di giustizia, l’ansia di imparare a conoscere l’universo e il desiderio di contribuire a costruire un mondo migliore. Molti racconti, nei quali i giovanissimi di paesi di tutto il mondo esprimono i propri pensieri di partecipanti al programma, attestano la validità di questa visione. Tutto indica che il programma impegna la loro coscienza in espansione in un’esplorazione della realtà che li aiuta ad analizzare le forze costruttive e distruttive che operano nella società e a riconoscere l’influenza che queste forze esercitano sui loro pensieri e sulle loro azioni, acuendone la percezione spirituale, potenziandone le capacità di espressione e rafforzando strutture morali che serviranno loro per tutta la vita. In un’età in cui essi incominciano ad avere accesso a sboccianti poteri intellettuali, spirituali e fisici , il programma offre loro gli strumenti necessari per combattere forze che li priverebbero della loro vera identità di creature nobili e per lavorare per il bene comune.
Il fatto che la maggiore componente del programma esplori i temi da un punto di vista bahá’í, ma non secondo le abituali modalità dell’istruzione religiosa, ha permesso di estenderlo a giovanissimi in una grande varietà di ambienti e circostanze. In molti casi, dunque, coloro che applicano il programma entrano con fiducia nel campo dell’azione sociale, incontrando un’ampia varietà di questioni e possibilità, che l’Ufficio dello sviluppo sociale ed economico in Terra Santa sta seguendo e organizzando in un processo di apprendimento globale. Il crescente corpo di conoscenze ed esperienze che si sta accumulando ha conferito a parecchie aree disseminate nel globo la capacità di sostenere nel programma oltre mille giovanissimi ciascuna. Per aiutare anche altri a progredire rapidamente in questa direzione, l’Ufficio, assistito da un gruppo di credenti, sta creando in tutti i continenti una rete di siti che possono essere utilizzati per offrire ai coordinatori una formazione in decine e decine di aree. Queste persone risorsa continuano a sostenere i coordinatori anche quando ritornano nelle rispettive aree, permettendo loro di creare un ambiente spiritualmente carico nel quale il programma per i giovanissimi può mettere le radici.
In questo campo del nostro lavoro, anche se è già emerso un chiaro modello di azione, si accumuleranno sicuramente altre conoscenze. Solo la capacità della comunità bahá’í limita le dimensioni della sua risposta alle richieste di questo programma avanzate dalle scuole e dai gruppi civici. Nell’ambito delle aree che sono oggi sede di piani intensivi di crescita, c’è una grande varietà di circostanze, da quelle con pochi sporadici gruppi giovanili a quelle che ne mantengono un numero tale da richiedere i servigi di un coordinatore a tempo pieno, che potrebbero ricevere il costante appoggio di un sito per la disseminazione dell’apprendimento. Per assicurare che questa capacità aumenti nell’intero ventaglio di queste aree, chiediamo di formare, entro la fine di questo Piano, 32 siti di apprendimento, ciascuno dei quali possa servire una ventina di aree con coordinatori a tempo pieno. In tutte le altre aree, si deve dare la priorità alla creazione, nel corso del prossimo anno, della capacità di offrire il programma, moltiplicando sistematicamente il numero dei gruppi.
Gli sviluppi che abbiamo finora menzionato – la crescita della capacità di insegnare la Fede direttamente e di entrare in discussioni volutamente concentrate su temi di importanza spirituale con persone di ogni strato sociale, la fioritura di un metodo di studio degli scritti associato all’azione, il rinnovamento dell’impegno di offrire regolarmente un’educazione spirituale ai giovani dei vicinati e dei villaggi e la diffusione dell’influenza di un programma che infonde nei giovanissimi il sentimento di un duplice scopo morale, sviluppare le proprie potenzialità intrinseche e contribuire alla trasformazione della società – tutti questi sviluppi sono molto rafforzati da un ulteriore progresso nell’ambito della cultura, le cui implicazioni vanno molto lontano. Questa evoluzione della consapevolezza collettiva è visibile nella crescente frequenza con la quale la parola «accompagnare» appare nelle conversazioni fra gli amici, una parola che, integrata nel comune vocabolario della comunità bahá’í, sta assumendo un nuovo significato. Questo fatto indica il significativo rafforzamento di una cultura nella quale l’apprendimento è il modo operativo, un modo che favorisce la partecipazione informata di un crescente numero di persone a uno sforzo congiunto di applicare gli insegnamenti di Bahá’u’lláh alla costruzione di una civiltà divina, che il Custode afferma essere la missione primaria della Fede. Questo approccio è in netto contrasto con i modi spiritualmente fallimentari e moribondi di un vecchio ordine sociale che tanto spesso cerca di sfruttare le energie umane con il dominio, l’avidità, il senso di colpa e la manipolazione.
Nei rapporti fra gli amici questo sviluppo della cultura trova espressione nella qualità delle interazioni. L’apprendimento come modo operativo richiede che tutti assumano un atteggiamento di umiltà, una condizione nella quale si dimentica l’ego, si ripone completa fiducia in Dio, ci si affida al Suo potere sostenitore e si ha fiducia nella Sua indefettibile assistenza, sapendo che Lui, e solo Lui, può trasformare il moscerino in un’aquila, la goccia in un mare sconfinato. E in questo stato le anime continuano a lavorare sempre assieme, rallegrandosi non tanto dei propri risultati, quanto del progresso e dei servizi degli altri. In questo modo i loro pensieri sono sempre concentrati su come aiutarsi reciprocamente a scalare le vette del servizio alla Sua Causa e a librarsi nei cieli della Sua conoscenza. È questo che noi vediamo nell’attuale modello delle attività che si sta sviluppando in tutto il globo, propagato da giovani e vecchi, veterani e neofiti, tutti all’opera l’uno accanto all’altro.
Questo passo avanti della cultura non influenza soltanto i rapporti fra le persone. I suoi effetti si fanno sentire anche nella conduzione degli affari amminis trativi della Fede. Ora che l’apprendimento è giunto a contraddistinguere il modo operativo della comunità, alcuni aspetti del processo decisionale nell’ambito dell’espansione e del consolidamento sono stati assegnati al corpo dei credenti, permettendo che la pianificazione e l’applicazione divenissero più rispondenti alle circostanze del luogo. Specificamente, nell’agenzia dell’incontro di riflessione si è creato uno spazio, nel quale le persone che fanno attività a livello delle aree si riuniscono periodicamente per raggiungere un consenso sul presente stato della loro situazione, alla luce dell’esperienza e della guida delle istituzioni, e per decidere gli immediati passi avanti da compiere. Un analogo spazio è stato aperto dall’istituto, il quale prevede che coloro che servono in un’area in qualità di facilitatori, di insegnanti nelle classi dei bambini e di animatori dei gruppi di giovanissimi si incontrino ripetutamente e si consultino sulle loro esperienze. Intimamente collegate a questo processo consultivo della base sono le agenzie dell’istituto di formazione e il Comitato di insegnamento dell’area, insieme con i membri del Consiglio ausiliare, le cui interazioni congiunte offrono un altro spazio nel quale si prendono decisioni riguardanti la crescita, in questo caso con una maggiore formalità. Le operazioni di questo sistema a livello delle aree, che è nato dalle esigenze, indica un’importante caratteristica dell’Amministrazione bahá’í. Come un organismo vivente, essa ha codificato in sé la capacità di accogliere livelli di complessità sempre maggiore, in termini di strutture e di processi, mentre evolve sotto la guida dalla Casa Universale di Giustizia.
Che le istituzioni della Fede di tutti i livelli, da quello locale, al regionale, al nazionale, al continentale, siano in grado di gestire una tale crescente complessità con crescente destrezza è tanto un segno quanto una necessità della loro costante maturazione. Le evolventi relazioni fra le strutture amministrative hanno portato l’Assemblea Spirituale Locale sulle soglie di un nuovo stadio nell’esercizio dei suoi compiti di diffondere la Parola di Dio, di mobilitare le energie dei credenti e di creare un ambiente spiritualmente edificante. In precedenti occasioni abbiamo spiegato che non si può valutare la maturità di un’Assemblea Spirituale solo in base alla regolarità degli incontri e all’efficienza del funzionamento. La sua forza deve essere invece, in buona parte, misurata in base alla vitalità della vita spirituale e sociale della comunità che essa serve, un comunità in crescita capace di accogliere i contributi costruttivi tanto di coloro che sono formalmente arruolati quanto di coloro che non lo sono. È gratificante vedere che gli approcci, i metodi e gli strumenti attuali offrono alle Assemblee Spirituali Locali, anche quelle appena formate, gli strumenti per svolgere questi compiti mentre esse si accingono ad assicurare che i requisiti del Piano quinquennale siano adeguatamente soddisfatti nelle loro località. In verità, il giusto coinvolgimento dell’Assemblea con il Piano diventa cruciale per ogni tentativo di accogliere grandi numeri, esso stesso un requisito per la manifestazione dell’intera gamma dei suoi poteri e delle sue capacità.
Lo sviluppo che siamo certi di vedere nelle Assemblee Spirituali Locali in anni futuri è reso possibile dalla crescente forza delle Assemblee Spirituali Nazionali, la cui capacità di pensare e agire in termini strategici è sensibilmente cresciuta, specialmente quando esse hanno imparato ad analizzare con crescente acume ed efficienza il processo di costruzione della comunità alla base e ad immettervi assistenza, risorse, incoraggiamento e amorevole guida, a seconda delle necessità. Nei paesi nei quali le condizioni lo richiedono, esse hanno devoluto alcuni dei loro compiti sotto questo aspetto a Consigli Regionali, decentrando alcune funzioni amministrative, potenziando capacità istituzionali in ambiti sotto la loro giurisdizione e promuovendo più sofisticati sistemi di interazione. Non è esagerato dire che il totale impegno delle Assemblee Nazionali è valso a creare l’impulso finale necessario per conseguire la meta del presente Piano e ci aspettiamo di vedere altri sviluppi in questa direzione mentre, di concerto con i Consiglieri, nel corso dei prossimi critici, brevissimi mesi, esse compiranno uno sforzo supremo per preparare le loro comunità ad affrontare la prossima impresa quinquennale.
Senza dubbio l’evoluzione dell’istituzione dei Consiglieri è uno dei più significativi passi avanti compiuti dall’Ordine amministrativo bahá’í nell’ultimo decennio. Questa istituzione ha già compiuto prodigiosi balzi avanti nel suo sviluppo quando, nel gennaio 2001, i Consiglieri e i membri del Consiglio ausiliare si sono riuniti in Terra Santa per il convegno che ha segnato l’ingresso del Centro Internazionale di Insegnamento nella sua sede definitiva sul Monte Carmelo. È indubbio che le energie sprigionate da quell’evento hanno rapidamente spinto avanti l’istituzione. La misura dell’influenza che i Consiglieri e i loro ausiliari hanno esercitato sul progresso del Piano dimostra che essi hanno preso il loro posto naturale all’avanguardia nel campo dell’insegnamento. Confidiamo che l’anno prossimo unirà ulteriormente le istituzioni dell’Ordine amministrativo nella loro collaborazione, mentre tutti si adopereranno per rafforzare, ciascuno in base alle proprie funzioni e responsabilità evolventi, l’atteggiamento di apprendimento che è divenuto un preminente elemento del funzionamento della comunità, soprattutto nelle aree che hanno programmi intensivi di crescita.
La Rivelazione di Bahá’u’lláh è molto vasta. Esige un profondo cambiamento non solo a livello delle persone, ma anche nella struttura della società. Egli stesso proclama: «Eppure scopo di ogni Rivelazione non è compiere una trasformazione radicale nell’intero carattere dell’umanità, trasformazione che si manifesti esteriormente e interiormente, che influenzi la vita interiore e le condizioni esteriori?». Il lavoro che sta oggi andando avanti in ogni angolo del globo è lo stadio più recente del costante sforzo dei bahá’í di creare il nucleo della gloriosa civiltà che è racchiusa nei Suoi insegnamenti, la cui costruzione è un’impresa di complessità infinita e di enormi dimensioni, un’impresa che solo secoli di sforzi del genere umano porteranno a fruizione. Non ci sono né scorciatoie né formule. Solo mentre ci si sforzerà di attingere idee dalla Sua Rivelazione, di utilizzare il sapere accumulato dalla razza umana, di applicare intelligentemente i Suoi insegnamenti alla vita dell’umanità e di consultarsi sui problemi che si presentano si avrà il necessario apprendimento e si svilupperanno le necessarie capacità.
In questo processo a lungo termine di costruzione di capacità, la comunità ha dedicato quasi un decennio e mezzo a sistematizzare la propria esperienza nel campo dell’insegnamento, imparando ad aprire certe attività a un crescente numero di persone e a sostenere la propria espansione e il proprio consolidamento. Tutti sono i benvenuti nel caldo abbraccio della comunità e ricevono sostentamento dal messaggio vivificatore di Bahá’u’lláh. Non c’è gioia più grande, siatene certi, di quella di un’anima, che anela alla Verità, e che trova asilo nella roccaforte della Causa e trae forza dal potere unificatore del Patto. E tuttavia ogni essere umano e ogni gruppo di persone, indipendentemente dal fatto che siano annoverati fra i Suoi seguaci, possono trarre ispirazione dai Suoi insegnamenti, beneficiando di qualunque gemma di saggezza e di sapere possa aiutarli ad affrontare le sfide che hanno davanti a sé. In verità, la civiltà che attende l’umanità non sarà conseguita dagli sforzi della sola comunità bahá’í. Numerosi gruppi e organizzazioni, animati dallo spirito della solidarietà mondiale che è una manifestazione indiretta del concetto di Bahá’u’lláh del principio dell’unità del genere umano contribuiranno alla civiltà destinata a emergere dal caos e dalla confusione della società moderna. Sia chiaro a tutti che la capacità che si crea nella comunità bahá’í nel corso della serie dei nostri Piani globali la rende sempre più adatta a offrire assistenza nelle molteplici e diverse dimensioni della creazione della civiltà, aprendole nuove frontiere di apprendimento.
Nel nostro messaggio del Riḍván 2008 abbiamo indicato che, mentre continuavano a lavorare a livello delle aree, gli amici si sarebbero ritrovati sempre più coinvolti nella vita della società e sarebbero stati sfidati ad estendere il processo dell’apprendimento sistematico nel quale erano impegnati fino ad abbracciare un’ampia gamma di attività umane. In tutte le aree, mentre atti di culto comunali, commisti a discussioni intraprese nell’intimità del focolare domestico, si intrecciano con attività che offrono un’educazione spirituale a tutti i membri della popolazione, adulti, giovani e bambini, sta incominciando a emergere la ricca trama di una vita comunitaria. La consapevolezza sociale si approfondisce in modo naturale mentre, per esempio, fra i genitori proliferano vivaci conversazioni sulle aspirazioni dei loro figli e progetti di servizio sorgono per iniziativa dei giovanissimi. E quando le risorse umane di un’area sono sufficientemente abbondanti e il modello della crescita vi si è fermamente installato, l’impegno della comunità nei confronti della società può, anzi, deve aumentare. In questo momento cruciale dello sviluppo del Piano, con così tante aree che si stanno avvicinando a questa fase, sembra appropriato che gli amici riflettano dappertutto sulla natura dei contributi che le loro vibranti comunità in crescita possono offrire al progresso materiale e spirituale della società. Sotto questo aspetto, sarà utile pensare in termini di due aree di attività strettamente legate e l’una capace di rafforzare l’altra: il coinvolgimento nell’azione sociale e la partecipazione ai discorsi prevalenti nella società.
Nel corso dei decenni, la comunità bahá’í ha fatto molta esperienza in questi due campi. Naturalmente, ci sono moltissimi bahá’í personalmente impegnati nell’azione sociale e nel discorso pubblico grazie alle loro occupazioni. Alcune organizzazioni non governative, ispirate dagli insegnamenti della Fede e attive a livello regionale e nazionale, stanno lavorando nel campo dello sviluppo sociale ed economico per il miglioramento della loro gente. Alcune agenzie di alcune Assemblee Spirituali Nazionali stanno contribuendo in varie sedi alla promozione di idee che contribuiscono al bene pubblico. A livello internazionale l’Ufficio della Bahá’í International Community presso le Nazioni Unite svolge una funzione analoga. Nella misura necessaria e desiderabile, gli amici che lavorano alla base della comunità si serviranno di queste esperienze e capacità quando cercheranno di occuparsi degli interessi della società.
Molto appropriatamente concepita in termini di un ampio ventaglio di attività, l’azione sociale può spaziare da informali sforzi di durata limitata compiuti da individui o da piccoli gruppi di amici, a programmi di sviluppo sociale ed economico con un alto livello di complessità e sofisticazione adottati da organizzazioni di ispirazione bahá’í . Indipendentemente dagli scopi e dalle dimensioni, ogni azione sociale cerca di applicare gli insegnamenti e i principi della Fede al miglioramento, sia pur modesto, di alcuni aspetti vita sociale ed economica di una popolazione. Queste imprese sono dunque contraddistinte dal dichiarato proposito di promuovere, oltre al benessere spirituale di una popolazione, anche quello materiale. Che la civiltà che oggi si profila sugli orizzonti dell’umanità debba conseguire una coerenza dinamica fra i requisiti materiali e spirituali della vita è un elemento centrale negli insegnamenti bahá’í. Chiaramente questo ideale ha profonde implicazioni per la natura di qualunque azione sociale sia perseguita dai bahá’í, indipendentemente dalle sue dimensioni e dall’ambito della sua influenza. Anche se le condizioni variano da paese a paese e forse da area a area e per questo richiedono sforzi molto diversi, ci sono alcuni concetti fondamentali che tutti gli amici devono tenere presenti. Uno è la posizione centrale che il sapere occupa nell’esistenza sociale. La perpetuazione dell’ignoranza è una gravissima forma di oppressione. Essa rafforza i numerosi muri di pregiudizio che si ergono come ostacoli alla realizzazione dell’unità del genere umano, che è tanto la meta quanto il principio operativo della Rivelazione di Bahá’u’lláh. L’accesso al sapere è un diritto di ogni essere umano e la partecipazione alla sua produzione, alla sua applicazione e alla sua diffusione è una responsabilità che tutti devono accollarsi, ciascuno secondo i propri talenti e le proprie capacità, nella grande impresa della costruzione di una prosperosa civiltà mondiale. La giustizia esige la partecipazione universale. Pertanto l’azione sociale può implicare la fornitura di beni e servizi in una qualche forma, ma il suo scopo primario deve essere quello di costruire in una data popolazione la capacità di creare un mondo migliore. Il cambiamento sociale non è un progetto che un gruppo di persone porta avanti a beneficio di altri. Le dimensioni e la complessità dell’azione sociale devono essere commisurate alle risorse umane di cui il villaggio o il vicinato dispongono per portarla avanti. Meglio dunque che gli sforzi incomincino in dimensioni modeste e crescano organicamente mentre nella comunità si sviluppa la capacità. La capacità, naturalmente, sale a livelli più alti quando i protagonisti del cambiamento sociale imparano ad applicare con crescente efficienza alla propria realtà sociale gli elementi della Rivelazione di Bahá’u’lláh, assieme ai contenuti e ai metodi della scienza. Questa realtà essi devono cercare di leggere in un modo coerente con i Suoi insegnamenti, vedendo nel prossimo gemme di valore inestimabile e riconoscendo gli effetti del duplice processo di integrazione e disintegrazione sui cuori e sulle menti nonché sulle strutture sociali.
Un’efficace azione sociale serve ad arricchire la partecipazione ai discorsi della società, così come le idee che si colgono dall’impegno in certi discorsi possono contribuire a chiarire i concetti che modellano l’azione sociale. Al livello delle aree, la partecipazione al discorso pubblico può spaziare dal semplice atto di introdurre le idee bahá’í nelle conversazioni quotidiane ad attività più formali come la preparazione di articoli e la partecipazione a incontri su temi di interesse sociale, cambiamenti climatici e ambiente, governo e diritti umani, per menzionarne qualcuno. Essa comporta anche interazioni significative con gruppi civici e organizzazioni locali in un villaggio o in un vicinato.
A questo proposito, ci sentiamo spinti a pronunciare un ammonimento. È importante che tutti sappiano che il valore dell’impegno nell’azione sociale e nel discorso pubblico non deve essere giudicato dalla sua capacità di portare arruolamenti . Pur potendo comportare un aumento delle dimensioni della comunità bahá’í, l’impegno in questi due campi di attività, non è compiuto per questo scopo. La sincerità sotto questo aspetto è un imperativo. Inoltre si deve stare attenti ad evitare di evidenziare troppo l’esperienza bahá’í o di attrarre un’indebita attenzione su incipienti sforzi, come il programma per la valorizzazione spirituale dei giovanissimi, che è meglio lasciar maturare secondo il loro ritmo. In ogni caso la parola d’ordine è umiltà. Pur trasmettendo il loro entusiasmo per le loro credenze, gli amici devono guardarsi dal dare un’impressione di trionfalismo, già poco appropriato fra loro, tanto più in altre circostanze.
Nel descrivervi queste nuove opportunità che si stanno ora aprendo a livello delle aree, non vi stiamo chiedendo di modificare in alcun modo il corso che state ora seguendo. E nessuno s’immagini che queste opportunità siano un campo di servizio alternativo, in competizione con l’espansione e il consolidamento per le limitate risorse ed energie della comunità. L’anno prossimo, il processo dell’istituto e il modello di attività che esso genera devono continuare a essere rafforzati e l’insegnamento deve rimanere in primo piano nella mente di ogni credente. Inoltre non ci si deve coinvolgere prematuramente nella vita della società. Questo coinvolgimento avverrà in modo naturale, mentre gli amici in ogni area persevereranno nell’applicazione delle clausole del Piano attraverso un processo di azione, riflessione, consultazione e studio e impareranno di conseguenza. Il coinvolgimento nella vita della società fiorirà con l’aumento della capacità della comunità di promuovere la propria crescita e di mantenere la propria vitalità. Esso diventerà coerente con gli sforzi di espansione e consolidamento della comunità nella misura in cui si servirà di elementi della struttura concettuale che governa la presente serie di Piani globali. E continuerà a contribuire al movimento delle popolazioni verso la visione di Bahá’u’lláh di una civiltà mondiale prosperosa e pacifica nella misura in cui utilizzerà creat ivamente questi elementi in nuovi campi dell’apprendimento.
Cari amici, quanto volte l’amato Maestro ha espresso la speranza che i cuori dei credenti trabocchino reciproco amore, che essi non traccino linee di demarcazione ma considerino tutta l’umanità come un’unica famiglia. Egli ha detto: «Forbitevi gli occhi, sì che non guardiate ad alcuno come fosse diverso da voi. Non vedete estranei, ma in ciascun uomo un amico, perché l’amore e l’unità divengono difficili quando lo sguardo punti sulle diversità». Tutti gli sviluppi esaminati nelle pagine precedenti sono, al livello più profondo, solo un’espressione dell’amore universale conseguito grazie al potere dello Spirito Santo. Non è forse l’amore di Dio che brucia tutti i veli dell’estraniamento e della divisione e lega assieme i cuori in perfetta unità? Non è il Suo amore che vi sprona sul campo del servizio e vi permette di vedere in ogni anima la capacità di conoscerLo e adorarLo? Non siete galvanizzati dal sapere che la Sua Manifestazione ha lietamente sopportato una vita di sofferenze per il Suo amore per l’umanità? Guardate nelle vostre file i vostri cari fratelli e sorel le in Iran. Non sono esempi della forza che nasce dall’amore di Dio e dal desiderio di servirLo? E la loro capacità di superare le persecuzioni più crudeli e spietate non vi parla della capacità di milioni e milioni di persone oppresse nel mondo di alzarsi e assumersi una parte decisiva nella costruzione del Regno di Dio sulla terra? Senza lasciarvi distogliere da concetti sociali divisivi, andate avanti e annunciate il messaggio di Bahá’u’lláh alle anime in attesa in ogni vicinato urbano, in ogni borgo rurale, in ogni angolo del globo, portandoli nella Sua comunità, la comunità del Più Grande Nome. Non uscirete mai dai nostri pensieri e dalle nostre preghiere. Continueremo a implorare l’Onnipotente di rafforzarvi con la Sua meravigliosa grazia. |
- The Universal House of Justice